La prima indagine di Theorore Boone by John Grisham

La prima indagine di Theorore Boone by John Grisham

autore:John Grisham [Grisham, John]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
pubblicato: 2012-04-25T12:59:29+00:00


Capitolo 11

Gli incubi cessarono poco prima dell’alba e Theo rinunciò all’idea di riuscire a riposare almeno un po’. Fissò a lungo il soffitto della sua stanza, aspettando di sentire i suoi genitori alzarsi. Disse buongiorno a Giudice, che dormiva sotto il suo letto.

Nel corso della notte Theo si era convinto a più riprese che non poteva evitare di mettersi seduto insieme ai suoi genitori, la mattina, e raccontare loro la storia del cugino di Julio. Ma altrettante volte aveva cambiato idea. E scendendo dal letto si disse che non poteva infrangere la promessa che aveva fatto a Julio e a suo cugino. Non poteva dirlo a nessuno. Se un assassino se la fosse cavata, non sarebbe stato un suo problema.

O sì?

Produsse i soliti rumori del suo rituale mattutino: doccia, denti, apparecchio, la tortura quotidiana di decidere cosa mettersi. Come sempre pensò a Elsa e alla sua irritante abitudine di ispezionare velocemente la sua camicia, i suoi pantaloni e le sue scarpe per assicurarsi che fosse tutto abbinato e che non avesse indossato nessuno di quei capi negli ultimi tre giorni.

Sentì suo padre uscire pochi minuti prima delle 7 mentre sua madre guardava un programma alla tv. Alle 7,30 esatte Theo chiuse la porta del suo bagno, aprì il cellulare e chiamò lo zio Ike.

Ike non era un tipo mattiniero. Il suo lavoro di fiscalista da quattro soldi non era particolarmente impegnativo, e lui non iniziava certo la giornata con una botta d’entusiasmo. Il suo lavoro era monotono, come aveva detto a Theo parecchie volte. E c’era un altro problema. Ike beveva troppo, e questa infelice abitudine non si sposava con la sveglia di primo mattino. Nel corso degli anni Theo aveva sentito gli adulti parlottare fra loro a proposito del rapporto di Ike con l’alcol. Una volta Elsa aveva fatto una domanda su Ike a Vince, che aveva risposto con un secco “Forse, se è sobrio”. Theo non avrebbe dovuto sentirlo, ma in studio ascoltava molte più cose di quanto non pensassero gli altri.

Alla fine Ike rispose con una voce gracchiarne e scocciata: — Sei Theo?

— Sì, Ike, buongiorno. Scusa se ti disturbo così presto. — Theo parlava con la voce più bassa possibile.

— Non c’è problema, Theo. Immagino tu abbia qualcosa in mente.

— Sì, possiamo parlare stamattina presto? Nel tuo ufficio? Mi è successa una cosa molto importante, e non credo di poterne parlare coi miei genitori.

— Be’, certo Theo. A che ora?

— Qualche minuto dopo le otto. La scuola inizia alle otto e mezzo. Se esco troppo presto la mamma si insospettisce.

— Certo, volentieri.

— Grazie, Ike.

Theo fece colazione di corsa, diede un bacio alla mamma, salutò Giudice, saltò sulla bici e alle otto in punto stava sfrecciando lungo Mallard Lane.



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